Donbass. Le mie cronache di guerra by Vittorio Nicola Rangeloni

Donbass. Le mie cronache di guerra by Vittorio Nicola Rangeloni

autore:Vittorio Nicola Rangeloni
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Geopolitica
ISBN: 9788899564797
editore: Idrovolante Edizioni
pubblicato: 2022-06-02T22:00:00+00:00


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Ovunque, si vedevano fiori e miniere con le tipiche montagne artificiali.

Montagne che tante vite hanno salvato, proteggendo dai bombardamenti. Molta gente ancora viveva nei rifugi antiatomici della Seconda Guerra Mondiale. Uno dei bunker era quello della miniera Trudovskaya, a due passi da Marinka.

Noi arrivammo di pomeriggio, quando in quei locali si trovavano solo i suoi ospiti più anziani e in strada, di tanto in tanto, si sentivano solamente scambi di raffiche di AK. Tutte le persone che vivevano in quel bunker – molto simile a quello di Pervomaisk – erano residenti di quel quartiere.

La maggior parte di loro si trovava in quel luogo in quanto rimasta senza un tetto sopra la testa. Ma anche coloro le cui case non avevano riportato grossi danni, avevano paura che fosse solo questione di tempo e optavano così per il freddo ma sicuro bunker antiatomico della miniera.

«La gente arriva qui con il calare della sera, rientrando dal lavoro. Anche se a quell’ora è già pericoloso. Spesso dalla fermata dell’autobus all’ingresso del rifugio bisogna correre senza fermarsi. La gente arriva, mangia e va a dormire; al mattino esce per tornare al lavoro e la routine ricomincia da capo. Qualcuno, prima di arrivare alla fermata, devia verso la propria casa per assicurarsi che i bombardamenti notturni non l’abbiano colpita», mi disse Masha, una delle nonnine che viveva in quel luogo.

Lei aveva ormai rinunciato anche ad andare a vedere quel che rimaneva della sua abitazione: «L’ultima volta che ci sono stata mancava tutta la parete del soggiorno. Era sparita! Sfondata da una bomba! Mentre gli interni erano anneriti dalle fiamme divampate a causa dei proiettili incendiari».

All’inizio del conflitto, la vicina miniera che dava da vivere alla gente del villaggio era stata colpita dall’aviazione ucraina.

Nel suo sottosuolo rimanevano riserve di carbone e lavoro per almeno un altro secolo. I suoi condotti sotterranei si sviluppavano per oltre settantasette chilometri.

Mentre altre miniere della zona erano state mantenute in funzione, alcune delle quali parzialmente ripristinate, con la Trudovskaya non era stato possibile fare lo stesso, data la sua posizione a cavallo della linea del fronte. Il suo ingresso si trovava davanti al bunker, mentre i condotti di aerazione sbucavano nei pressi di Marinka, nelle zone controllate dai soldati di Kiev.

Diversi abitanti della zona raccontarono come nei primi mesi frenetici del conflitto, i militari ucraini fecero sparire svariati corpi, tra i quali quelli di alcuni dei propri commilitoni, proprio in questi condotti, rendendo irrespirabile l’aria nel sottosuolo.



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